Giornata internazionale della danza: festeggiamola con chi ne ha fatto una carriera
“La danza comincia ove la parola si arresta”
Aleksandr Jakovlevič Tairov – attore teatrale, regista teatrale e critico teatrale russo – descrive esattamente così la danza.
La danza è magia, uno strumento in grado di comunicare attraverso il linguaggio del corpo ciò che le parole umane non sanno fare.
Questa disciplina è un punto di incontro tra uomini e donne in ogni parte del mondo, è universale.
A questo proposito, il 29 aprile si festeggia la Giornata Internazionale della Danza indetta dalla International Dance Council dell’UNESCO.
Conosciamo chi di danza se ne intende
Approfittiamo di questa giornata per conoscere una delle più talentuose ballerine iscritte a Showgroup.it.
Insieme a lei scopriremo di più su questa giornata e rispetto a come intraprendere una carriera in questo settore tra sacrifici e soddisfazioni.
Intervista a Elisa D’Acciavo
– Presentati a chi non ti conosce, mi raccomando non scordare pregi e difetti
Mi chiamo Elisa D’Acciavo e ho 24 anni. Ballo da tutta la vita e vivo nel mio mondo la fiaba che mi sto costruendo pian piano. Ebbene sì sono una sognatrice a 360° con una forte determinazione ed energia, ma anche con tanta testardaggine che mi rallenta il cammino, a volte. Amo avere sotto controllo tutto ma crescendo ho capito che non è possibile. Vivere i momenti inaspettati forse è anche più bello di pianificarli. Non mi arrendo mai, mi spingo sempre al limite di quello che posso finché la corda non si spezza. Sono umana anch’io e dunque a volte devo accettare di dover fermarmi.
– Cosa pensi della Giornata internazionale della danza?
La Giornata Internazionale della danza è un momento che ci permette di celebrare questa bellissima arte che si evolve giorno dopo giorno. Ci permette di ricordare da dove è nata senza dimenticarci dei grandi che sono passati nella storia. È un giorno che unisce chi di questa arte né ha fatto un mestiere e chi invece è solo un grande amatore e appassionato. È un modo per viverla nella sua bellezza e semplicità senza grandi artifici perché alla fine la danza è una fiamma che abbiamo dentro alimentata dalla nostra anima.
– Descrivi la danza in tre parole
Danza è sicuramente tanta disciplina, testa e anima.
– Qual è il tuo primo ricordo legato a questo mondo?
Il mio primo ricordo sono i miei primissimi passi imparati e l’entusiasmo che avevo nel farli così come l’odore della sala. Diciamo che con lei è stato un amore a prima vista fin da subito che poi nel tempo si è consolidato.
– Cosa ti ha insegnato la danza?
La danza mi ha insegnato a vivere, ad essere una persona rispettosa di me stessa in primis e poi degli altri. Mi ha insegnato ad amarmi, a rialzarmi dopo una sconfitta, il sacrificio e quanto sia bello sudare per raggiungere anche un più stupido obiettivo, a non essere superficiale e giudicare gli altri, a conoscere me stessa a 360° e sinceramente mi sorprende comunque ogni giorno.
– Qual è il tuo stile preferito e perché? Ovviamente vogliamo sapere anche quello che proprio non ti piace!
Io sono nata ballerina classica e tutt’ora la amo. Per me è come una pillola quotidiana da prendere , mi alleggerisce e mi rende padrona del mio corpo. Lo stile che amo è il contemporaneo perché ti permette di esplorare e conoscerti, è il tramite tra tecnica e anima. In realtà non ci sono stili di danza che odio, li amo tutti. Posso dire che ci sono alcuni che non farei ma perché non sono nelle mie corde, ma comunque li proverei.
– Qual è la tua giornata tipo?
La mia giornata tipo inizia con la sveglia alle 7:15. Dopodiché subito una bella colazione per carburare e prepararsi per andare a lezione con la bicicletta così già arrivo bella calda. E poi godersi la giornata cercando di migliorarsi e di scoprire qualche nuovo lato di sé. E infine tante prove per andare sul palco pronti più che mai.
– Cosa consiglieresti a chi vorrebbe intraprendere questo tipo di carriera?
Per intraprendere questa carriera sicuramente si deve essere tanto determinati, avere tanta testa e soprattutto tanta pazzia dentro. Non è facile, la concorrenza è tanta. Quello che posso consigliare è sicuramente di fare tante esperienze, farsi conoscere, esplorare nuovi posti, ma soprattutto di crearsi una propria identità. Non fatevi mai spegnere dai giudizi, anzi fatene una vostra forza e costruitevi sulle critiche no sui complimenti. Gli ultimi sicuramente vi daranno la forza ma state certi che quello di cui ha bisogno un danzatore per intraprendere questa carriera non sono le belle parole e un insegnante che vi dica solo quanto voi possiate essere belli, ma sono le porte chiuse in faccia quelle che vi faranno capire se siete adatti a questa vita.
-Cosa suggeriresti ai genitori di giovani aspiranti ballerini?
Ai genitori dei ballerini, cosa dire, state sempre al fianco dei vostri figli, non abbandonateli mai. È una carriera difficile ed è semplicissimo cadere nella frustrazione. Io non sarei potuta essere più fortunata e auguro a chiunque danzatore di poter avere due genitori che credono in te e che insieme a te fanno sacrifici ogni giorno seppur non si sappia dove si andrà a finire.
– A cosa pensi prima di salire sul palco?
In realtà a nulla. È una sensazione strana, è come se il mio cervello si spegnesse e in quel momento il corpo prende il comando di tutto. Mi trasformo, metto in luce la vera me e mi spoglio, mi sono al pubblico perché alla fine è questa la danza donare la propria artisticità agli occhi di chi ti guarda.
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