Spettacoli dal vivo: la ripresa dopo l’emergenza
Il mondo dello spettacolo non vede l’ora di ripartire!
Dal 15 giugno, molte attività potranno riprendere, anche se in forme diverse e ridotte rispetto a quanto eravamo abituati prima dell’emergenza sanitaria.
Tornare al cinema o a godersi uno spettacolo teatrale è un desiderio che hanno in molti e che presto potrà essere soddisfatto. La data, però, è importante soprattutto per gli operatori culturali, tra i più colpiti dal lockdown: proiezioni, teatri, concerti dal vivo sono stati tra i primi a doversi fermare a fine febbraio e, da allora, attendono di poter riprendere a lavorare.
Come abbiamo accennato, per quanto la ripartenza sia vicina, non dobbiamo immaginare che si possano organizzare grandi manifestazioni live da centinaia di migliaia di persone.
La parola d’ordine, infatti, è sicurezza. Nell’ultimo Dpcm del 17 maggio, il Governo ha previsto una serie di protocolli da rispettare per evitare che il contagio si diffonda nuovamente. Sì agli eventi, quindi, ma nell’osservanza delle regole stabilite.
Ma quali spettacoli si potranno fare dal 15 giugno? E, soprattutto, in che modalità? Vediamo cosa stabiliscono le linee del Governo.
La fotografia del settore
Secondo i dati della Fondazione Symbola e Unioncamere, che dal 2004 pubblicano un rapporto annuale sul tema, il settore culturale in Italia rappresenta un volume d’affari di 96miliardi di euro (numeri riferiti al 2018) e conta 416 mila imprese per oltre 1,55 milioni di occupati.
Lo studio suddivide il settore in cinque macro aree: industrie creative (architettura, design), industrie culturali (cinema, editoria, videogiochi, software, musica e stampa), le imprese che lavorano con il patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), quelle che lavorano con le arti performative e le imprese creative-driven (pur non facendo parte della filiera, impiegano contenuti e competenze culturali e creative per accrescere il valore dei propri prodotti, come grafici, registi, sviluppatori di videogame).
Le industrie culturali producono, da sole, 35,1 miliardi di euro di valore aggiunto (il 2,2% del complessivo nazionale), dando lavoro a 500 mila persone.
Come detto, si tratta di un comparto che è stato duramente colpito dal blocco delle attività. L’Assomusica aveva stimato una perdita di 40 milioni di euro solo considerando il periodo dal 23 febbraio ai primi di aprile, con 3 mila spettacoli tra annullati e rinviati. Per l’estate, il calo di entrate è stato calcolato in 350 milioni di euro.
A marzo, la Siae aveva parlato di un calo di incassi pari a 23 milioni di euro in una settimana: 4,1 milioni per i concerti; 7,3 relative ai cinema; 7,2 milioni per gli spettacoli teatrali; 2,5 milioni per quanto riguarda attività di ballo e 1,8 milioni per le mostre.
Questi numeri impressionanti rendono bene l’idea di quanto sia importante la ripresa del settore, considerano anche quante persone vi sono impiegate: secondo i dati ufficiali dell’ex Enpals, nel 2018 i lavoratori dello spettacolo recensiti erano quasi 325 mila.
Le riaperture
Per la ripartenza del settore spettacoli, il riferimento è il Dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 maggio 2020.
Secondo l’articolo 1, dal 15 giugno possono quindi ripartire:
★ gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto. Saranno possibili solo con posti a sedere preassegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori. Il numero massimo di spettatori è fissato a 1000 per spettacoli all’aperto e a 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. Il Dpcm prevede comunque che le regioni e le province autonome possano stabilire una diversa data, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori (rif. Comma m)
★ le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite a condizione che le regioni e le province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e che individuino i protocolli o le linee guida applicabili idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi. Continuano a essere consentite le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro (rif. Comma ee)
Restano invece ancora sospesi:
★ gli eventi che implicano assembramenti in spazi chiusi o all’aperto, se non è possibile rispettare le misure di sicurezza;
★ le attività nelle sale da ballo, discoteche e locali assimilati
★ le fiere e i congressi.
Per i grandi concerti live, quindi, bisogna aspettare: sono stati tutti spostati al prossimo anno anche perché molti artisti, nazionali e internazionali, alla luce della complessa situazione in tutto il mondo, avevano già deciso di rinviare i loro tour.
I protocolli di sicurezza
Le regole da rispettare per l’organizzazione e lo svolgimento degli eventi sono indicate nell’allegato 9 dello stesso Dpcm:
Per cinema e spettacoli dal vivo, quindi, è necessario:
★ mantenere la distanza interpersonale, anche tra gli artisti;
★ misurare la temperatura corporea a spettatori, artisti e lavoratori. In caso sia superiore ai 37,5 gradi, verrà impedito l’accesso;
★ uso della mascherina per gli spettatori;
★ utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale da parte dei lavoratori che operano in spazi condivisi e/o a contatto con il pubblico;
★ limitazione dell’uso di pagamenti in contanti, dove possibile;
★ vendita dei biglietti e controllo dell’accesso, ove possibile, con modalità telematiche, anche al fine di evitare aggregazioni presso le biglietterie e gli spazi di accesso alle strutture;
★ pulizia e igienizzazione degli ambienti chiusi e dei servizi igienici di tutti i luoghi interessati dall’evento, anche tra i diversi spettacoli svolti nella medesima giornata;
★ adeguata areazione naturale e ricambio d’aria e rispetto delle raccomandazioni concernenti i sistemi di ventilazione e di condizionamento;
★ disponibilità di sistemi per la disinfezioni delle mani (in particolare vicino a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento);
★ divieto di vendita e consumo di cibo e bevande in occasione degli eventi;
★ utilizzo della segnaletica per far rispettare la distanza di almeno un metro anche alle biglietterie, agli sportelli informativi e nei luoghi di svolgimento;
★ regolamentazione dell’utilizzo dei servizi igienici in maniera tale da prevedere sempre il distanziamento sociale nell’accesso;
★ comunicazioni agli utenti delle misure di sicurezza e di prevenzione del rischio da seguire nei luoghi dove si svolge lo spettacolo.
Ripartire dopo l’emergenza: un esempio
Come abbiamo visto, l’organizzazione degli eventi deve fare i conti con alcune limitazioni cui nessuno di noi era abituato.
Una ripartenza complessa, certo, ma che non scoraggia gli operatori che stanno cercando, pur nella difficoltà della situazione, di reagire in maniera innovativa e originale. Succede, ad esempio, in Friuli Venezia Giulia: poco dopo la comunicazione del riavvio delle attività, i principali organizzatori di eventi dal vivo hanno annunciato un fronte comune per superare la crisi.
Azalea, Zenit, Euritmica, Fvg Music Live, Vigna Pr, Consorzio del Tarvisiano, Onde Mediterranee, Css Teatro stabile di innovazione del Fvg, Ente regionale teatrale Fvg, Nei suoni dei luoghi e Pordenone Blues Festival si sono uniti, nella convinzione che “Insieme non ci fermiamo”.
Nonostante la cancellazione dei grandi concerti, quindi, i promotori del Friuli Venezia Giulia si sono impegnati a garantire un’estate accompagnata da eventi live con orchestre, concerti jazz e blues, spettacoli di prosa e show comici che animeranno tutto il territorio, dalla costa ai monti. Il tutto, ovviamente, nel rispetto delle regole.
“Bisogna ripartire – hanno infatti spiegato gli organizzatori -, e bisogna farlo per il pubblico, per i lavoratori dello spettacolo, per tutto l’indotto che i concerti generano, per gli alberghi e per tutte le attività commerciali che ne beneficiano. La cosa certa è che le restrizioni imposte dall’emergenza Coronavirus impatteranno sulla grandezza degli eventi, senza intaccare però l’offerta artistica che sarà comunque sempre importante e di qualità”.
Gli operatori, tra l’altro, hanno potuto contare sul supporto delle istituzioni pubbliche: dalla Regione (anche attraverso l’ente dedicato espressamente allo sviluppo del turismo) alle amministrazioni comunali.
Un piccolo esempio di come il desiderio di ripartire può portare a scoprire nuove opportunità per superare le difficoltà, anche sviluppando sinergie inedite.